Ecce Abelardo!

Humilemente et in hurbana posthura ecco giugner in esto loco sanctissimo lo ultimo infra li ultimi peccatoribus, ché non se ne vide giammai uno cotale di tanta speme en la facie de la gdr-terra. Abelardo est Ej nomato da li più, appellantur abate, così vuolsi fusse preceduto lo suo nomine sibbene destino suo era tracciato in lo cammino che in direzzione de li maestri perfetti mena così colà dove si puote, addimandando semper le indicazzioni acciò non perder la bussola, che costa assai e sovratutto di codesti tempi, ignoti et oschuri.
Poscia Ej, che omne sua chosa dovette trazere consecum che nemmanco lo servo più havea - temporibus illis fujuto - protrae lo pastorale che fue compagno et defesa de ogne tentazzione in lo cammino de Santiago che diggià Ej fé infino le Columnae d'Erculea posthura, et finalemente bussa à la janua de la Reverendissima Abbazia.

Poscia habere transcorso nocte sub mura abbaziae, qualicheduno dignossi addimandare identitade, qualificatione et scascione de lo tuppiare à janua de Abelardo lo cuale, a scanzo d'equivoci et equinozi, tamquam tonitruante tromba judicii universalis, profferisce li suoi nomi: "Abelardo Narciso Mitridate Pacuvio Orazio Cavezza Quisquilio est lo mio nome, talvolta nomato tanbene Eccelso, Sommo, Iperuranico et Apofantico et altera tituli che 'l volgo, mal consigliato da li chierici del loco, volle darme - per isgherzo, 'l malnato et semper pauco vessato populo bove.
Dette codeste parole siede Abelardo, isthracco de tanto peregrinare, mentre lo stomago suo emette l'ennesimo groan de ignavia, appetitica murmurazzione.

Claritatemente in codesto loco de penitentia atque assorto, meditabondo silentium li habitanti doveano havere perduto la facultate de l'udire, chosa che face ripetere allo esausto viandante colà giunto lo suo nomine completo, desta vez non una, sed septem fiate le trombe de lo Judicio Universalis potentior, acciò ridestar l'altere eustachie trombe che alla bisogna pro cumprennere lo suo et li alteri humani chiacchiericci occurrent: "LO NOME MIO... ABELAAARDOOO EEEST!".
Ispera ahora Abelardo che qualicheduno habbea sua identitatem cumpreso et possa finalemente Ej intrare et incontrare ricetto et uno poco de conforto mangereccio, expletate le formalità de rito bizzantino che pare sieno habbito usuale dello loco.

"Per le Trombe de santo Eustachio!" esclama stupìto Abelardo - "Miraculo! Miraculo!!!" - tamquam dicunt li hispanici dandosi di gomito quando che transea dinanzi a li di essi oculi muliere procace et uno poco cortegiana. Sed n'esto occhaso non di lubrico mottetto trattasi, sibbene de authentico miraculo (nonostante lo deslizamento de l'accento tonico, non per lapsus interruptus provochato sed pro burla aut isgherzo de prete) ché la gracidante, nivura apparitione ritrovato havea l'udito al solo appalesarsi del Grande Taumaturgo.
S'appresta orbene Abelardo at satisfare le pregunte de la neomiraculata, onde potere finalemente attrovare collocatione d'Ej digna.
"Lo mio nome, tamquam fue reggistrato ab ovo est 'Abate_abelardo', zittadino de Livorno, et se qualicheduno trage seco nomine simigliante non havvi duvida trattarsi de individuo mitomane aut imposthore, che de la fama illustre infra le genti che Abelardo ebbe a ricevere esso imposthore tenta ahora truffaldinamente de tragere proficto".
Postera pausa de teatral effecto, riprende Abelardo lo suo discorrer et conchiude narrando "In esto loco giunsi dipoi d'havere arricivuto prezzioso consilio da lo Abate Quarione in persona, lo cuale, stante la mia Inpareggiabile Vocazzione, consigliommi de quivi portarmi acciò seguitare li corsi de Pastorale Minima et Maxima, et omne orpello adjunto, dimodoché Ego poderia addivenire Clerico Affermato, arriconosciuto et uno poco remunerato da catecheundi zittadini et villici, entro lo cammino che di Reverita Ecclesia mena allo soglio quarto de nobbilitate arriconosciuto ne lo gdr-Mondo, altrimenti dictu livello".
Attende ordunque ahora, Abelardo, humilemente.