[GdR] L'arrivo di Gelsobianco

In quei giorni Futura aveva sfidato la pazienza di padre Vaaliant praticamente ogni santo giorno. Spesso si faceva trovare alticcia nelle taverne della città, oppure in preda a scatti di ira funesta, oppure ancora a pronunciare parole volgari e degne di una vera miscredente. Ma quella sera, quella fatale sera, si fece trovare praticamente sbronza come un babà, intenta a flirtare spudoratamente con il giovane di cui si era invaghita, senza il minimo rispetto per il vescovo, che prese a guardarli dapprima spazientito, poi del tutto sdegnato.
Quando i fumi dell'alcol lentamente cominciarono ad abbandonare il corpo della giovane, questa cominciò a capire di essere nei guai, ma nei guai seri. A niente servì supplicarlo, inginocchiarsi e piangere affinché non informasse suo padre: padre Vaaliant aveva già deciso la sua sorte.

- Non scriverò a tuo padre per stavolta, ma adesso uscirai da questa taverna e domani mattina camminerai dritta dritta verso l'abbazia di Fornovo. Busserai, chiederai al frate portiere di farti entrare e frequentare il corso di pastorale di base.

Futura sgranò gli occhi e capì di averla combinata grossa, ma dopo aver ascoltato la sorte che era toccata al suo giovane pretendente, si disse che tutto sommato a lei era andata bene.
Tornò a casa, recuperò completamente la lucidità perduta e trascorse l'intera notte a rimuginare su quanto successo.
Il giorno dopo, sinceramente pentita e anche un pò assonnata, si mise in cammino verso l'abbazia. Avrebbe espiato le sue colpe e frequentato il corso per ricevere il sacramento del battesimo.
Quando fu dinnanzi al portone, senza esitare bussò e attese pazientemente una risposta.

- Mi chiamo Futura Aleksandrovna Borodina e vengo da Pisa - Fece una piccola pausa per ricacciare indietro uno sbadiglio, e proseguì - Vorrei poter frequentare il corso di Pastorale, affinché possa ricevere il sacramento del Battesimo.

Futura dall'altro lato del portone ascoltava le parole del frate e a un certo punto si ritrovò a roteare ripetutamente gli occhi. Al suo babbo quel giorno avrebbero fischiato parecchio le orecchie - Eh, il patronimico, le declinazioni... 'ste cose da Russi! Andrà bene Gelsobianco, che è più facile. Sorrise, poi con le mani si assicurò di non avere armi con sé. - No, padre. Nessun' arma, nemmeno un coltellino svizzero.

Quando le fu aperto il santo portone ed ebbe modo di incrociare lo sguardo del suo interlocutore, Futura abbozzò un sorriso e una riverenza.

- A saperlo, l'avrei portato con me. Vi seguo, padre. E lo seguì.