L'arrivo di Fedele

Fedele, dopo un lungo e piacevole viaggio, cosa estremamente strana visto l'inclemente tempo che si era abbattuto in quei giorni sul suolo italico, giunse a Fornovo. L'abbazia, qualcosa di indescrivibile, troneggiava su tutto.
Era lì, ad ogni modo, per il battesimo del figlio, che qualche tempo prima aveva seguito un corso preparatorio proprio fra quelle mura.
Giunto innanzi la porta, scese da cavallo e congedò le due guardie che fedelmente lo seguivano, chiedendo loro di tornare a cerimonia conclusa.

Fedele venne avvicinato da una donna, che, dopo essersi presentata, le chiese di depositare le armi. Sorridendo, il Barone rispose: "Salve a Voi, Sorella. E' un piacere essere finalmente qui per poter così assistere al battesimo di mio figlio"

Tastandosi le tasche e facendo scorrere le dita sulla cintura, aggiunse: "Di armi, non ne ho. le ho già lasciate alle mie guardie, poco prima di entrare nei sacri territori di questa Abbazia. Ma, ditemi, Padre Samuele è ancora Abate di queste sante mura?"

Fedele accolse con un gran sorriso il suo caro "Capo del Porto". Quanto tempo era passato. Ricambiato il fraterno abbraccio, seguendo l'Abate, disse: "Bé, grazie. Gian Galeazzo è entusiasta di ciò che sta apprendendo qui all'Abbazia ed ogni giorni è più felice. Non si esclude, un giorno, che possa diventare un uomo di Chiesa. La decisione spetterà ovviamente a lui... Ma, procediamo pure a piccoli passi e dedichiamoci a questo battesimo"