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L'Angelus (prima settimana del mese)

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Messaggio  Pamelita Ven Dic 08, 2017 4:25 pm

Suonata la campana di mezzodì, Madre Pamela lasciò i suoi le sue occupazioni  per recarsi in Cappella per la recita dell'Angelus, insieme ai suoi confratelli.

Aperto il Messale, iniziò con la lettura dell'Invocazione a San Silfaele, Arcangelo del Piacere:


Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia.

Quindi lesse ai confratelli la Lettura dell'Angelus del Sabato:

In quei tempi tumultuosi per la città viveva un giovane chiamato Silfaele di Hedon. Sapeva brillare in società, era dotato di talenti in tutte le arti, ma ciò che gli procurava l’ammirazione della sua cerchia era la sua straordinaria capacità di assaporare ogni istante della vita.
[...] Silfaele, re delle notti di Oanilonia, gustava tutti i vini, poi appena titubante cominciava a dare il suo concerto di lira in favore dell’associazione “saggezza riunita di Oane”. Si vedevano allora le torce dei suoi adulatori sconvolti, inviarlo dritto al firmamento.
Spesso l’indomani all’aurora e dopo che aveva trovato nuove fonti di piacere studiando con Colomba, non era raro vedere Silfaele preparare una tisana al capezzale di un Lucifero dai tratti rovinati, nauseati, livido.
“Tu confondi piacere e felicità, mio povero Luc!” lo ammoniva Silf mentre il suo amico si preparava ad una giornata di mortificazioni e autopunizioni di tutti i generi perché come una banderuola folle Lucifero il volubile non cessava di passare da una sete di piacere estremo ad un abbattimento colpevole e deprimente “e così affatichi il tuo corpo molto duramente con incessanti privazioni e eterni eccessi”.


Seguì la recita, a cori alterni, del Salmo:

Tu confondi piacere e felicità
*la virtù è il piacere stesso!
Dio ci ha dato i sensi per gustarlo
*e perché l’amore della vita restasse l’Amore
Chi entra in depressione spirituale,
*che resta passivo, che non ha più gusto per la vita,
e che ignora la sua soddisfazione
*non arriverà a raggiungere il sole.


e dopo il Salmo responsoriale la Preghiera:

San Silfaele,
angelo del Piacere
scaccia da me peccatore l’accidia,
la dimenticanza, l’ignoranza, la trascuratezza;
ed ogni pensiero malvagio,
e dalla presunzione,
e liberami da tutte le mie cattive azioni
di notte e di giorno.



Chiuse la recita dell'Angelus con l'Invocazione all'Arcangelo del Piacere:

Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia

Con piacere, terminata la preghiera comunitaria dell'Angelus, raggiunse insieme ai confratelli il refettorio per la consumazione del pranzo quotidiano.
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Messaggio  Jalisse Sab Dic 09, 2017 11:53 am

A mezzodì del SABATO Madre Jalisse si recò con i confratelli per la preghiera dell'Angelus

Iniziò quindi con l'Invocazione

Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia.

Proseguì con la Lettura
In quei tempi tumultuosi per la città viveva un giovane chiamato Silfaele di Hedon. Sapeva brillare in società, era dotato di talenti in tutte le arti, ma ciò che gli procurava l’ammirazione della sua cerchia era la sua straordinaria capacità di assaporare ogni istante della vita.
[...] Silfaele, re delle notti di Oanilonia, gustava tutti i vini, poi appena titubante cominciava a dare il suo concerto di lira in favore dell’associazione “saggezza riunita di Oane”. Si vedevano allora le torce dei suoi adulatori sconvolti, inviarlo dritto al firmamento.
Spesso l’indomani all’aurora e dopo che aveva trovato nuove fonti di piacere studiando con Colomba, non era raro vedere Silfaele preparare una tisana al capezzale di un Lucifero dai tratti rovinati, nauseati, livido.
“Tu confondi piacere e felicità, mio povero Luc!” lo ammoniva Silf mentre il suo amico si preparava ad una giornata di mortificazioni e autopunizioni di tutti i generi perché come una banderuola folle Lucifero il volubile non cessava di passare da una sete di piacere estremo ad un abbattimento colpevole e deprimente “e così affatichi il tuo corpo molto duramente con incessanti privazioni e eterni eccessi”.

Recitò il Salmo

Tu confondi piacere e felicità
*la virtù è il piacere stesso!
Dio ci ha dato i sensi per gustarlo
*e perché l’amore della vita restasse l’Amore
Chi entra in depressione spirituale,
*che resta passivo, che non ha più gusto per la vita,
e che ignora la sua soddisfazione
*non arriverà a raggiungere il sole.


e dopo il Salmo la Preghiera

San Silfaele,
angelo del Piacere
scaccia da me peccatore l’accidia,
la dimenticanza, l’ignoranza, la trascuratezza;
ed ogni pensiero malvagio,
e dalla presunzione,
e liberami da tutte le mie cattive azioni
di notte e di giorno.



ed infine all'Invocazione:
Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia
Finito di pregare tutti insieme si recarono in refettorio.
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Messaggio  Jalisse Dom Dic 10, 2017 10:01 am

Suonato il mezzogiorno insieme ai suoi confratelli per la recita dell'Angelus della DOMENICA

Si iniziò con la lettura dell'Invocazione a San Silfaele, Arcangelo del Piacere:


Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia.

Quindi lesse ai confratelli la Lettura dell'Angelus del Sabato:

In quei tempi tumultuosi per la città viveva un giovane chiamato Silfaele di Hedon. Sapeva brillare in società, era dotato di talenti in tutte le arti, ma ciò che gli procurava l’ammirazione della sua cerchia era la sua straordinaria capacità di assaporare ogni istante della vita.
[...] Silfaele, re delle notti di Oanilonia, gustava tutti i vini, poi appena titubante cominciava a dare il suo concerto di lira in favore dell’associazione “saggezza riunita di Oane”. Si vedevano allora le torce dei suoi adulatori sconvolti, inviarlo dritto al firmamento.
Spesso l’indomani all’aurora e dopo che aveva trovato nuove fonti di piacere studiando con Colomba, non era raro vedere Silfaele preparare una tisana al capezzale di un Lucifero dai tratti rovinati, nauseati, livido.
“Tu confondi piacere e felicità, mio povero Luc!” lo ammoniva Silf mentre il suo amico si preparava ad una giornata di mortificazioni e autopunizioni di tutti i generi perché come una banderuola folle Lucifero il volubile non cessava di passare da una sete di piacere estremo ad un abbattimento colpevole e deprimente “e così affatichi il tuo corpo molto duramente con incessanti privazioni e eterni eccessi”.


Seguì la recita, a cori alterni, del Salmo:

Tu confondi piacere e felicità
*la virtù è il piacere stesso!
Dio ci ha dato i sensi per gustarlo
*e perché l’amore della vita restasse l’Amore
Chi entra in depressione spirituale,
*che resta passivo, che non ha più gusto per la vita,
e che ignora la sua soddisfazione
*non arriverà a raggiungere il sole.


e dopo il Salmo responsoriale la Preghiera:

San Silfaele,
angelo del Piacere
scaccia da me peccatore l’accidia,
la dimenticanza, l’ignoranza, la trascuratezza;
ed ogni pensiero malvagio,
e dalla presunzione,
e liberami da tutte le mie cattive azioni
di notte e di giorno.



Chiuse la recita dell'Angelus con l'Invocazione all'Arcangelo del Piacere:

Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia

Con piacere, terminata la preghiera comunitaria dell'Angelus, raggiunse insieme ai confratelli il refettorio per consumare il  pranzo quotidiano.
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Messaggio  Pamelita Dom Dic 10, 2017 11:03 am

Suonato il mezzogiorno, Madre Pamela si recò in Cappella per la recita dell'Angelus, insieme ai suoi confratelli.

Si iniziò con la lettura dell'Invocazione a San Silfaele, Arcangelo del Piacere:


Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia.

Quindi lesse ai confratelli la Lettura dell'Angelus del Sabato:

In quei tempi tumultuosi per la città viveva un giovane chiamato Silfaele di Hedon. Sapeva brillare in società, era dotato di talenti in tutte le arti, ma ciò che gli procurava l’ammirazione della sua cerchia era la sua straordinaria capacità di assaporare ogni istante della vita.
[...] Silfaele, re delle notti di Oanilonia, gustava tutti i vini, poi appena titubante cominciava a dare il suo concerto di lira in favore dell’associazione “saggezza riunita di Oane”. Si vedevano allora le torce dei suoi adulatori sconvolti, inviarlo dritto al firmamento.
Spesso l’indomani all’aurora e dopo che aveva trovato nuove fonti di piacere studiando con Colomba, non era raro vedere Silfaele preparare una tisana al capezzale di un Lucifero dai tratti rovinati, nauseati, livido.
“Tu confondi piacere e felicità, mio povero Luc!” lo ammoniva Silf mentre il suo amico si preparava ad una giornata di mortificazioni e autopunizioni di tutti i generi perché come una banderuola folle Lucifero il volubile non cessava di passare da una sete di piacere estremo ad un abbattimento colpevole e deprimente “e così affatichi il tuo corpo molto duramente con incessanti privazioni e eterni eccessi”.


Seguì la recita, a cori alterni, del Salmo:

Tu confondi piacere e felicità
*la virtù è il piacere stesso!
Dio ci ha dato i sensi per gustarlo
*e perché l’amore della vita restasse l’Amore
Chi entra in depressione spirituale,
*che resta passivo, che non ha più gusto per la vita,
e che ignora la sua soddisfazione
*non arriverà a raggiungere il sole.


e dopo il Salmo responsoriale la Preghiera:

San Silfaele,
angelo del Piacere
scaccia da me peccatore l’accidia,
la dimenticanza, l’ignoranza, la trascuratezza;
ed ogni pensiero malvagio,
e dalla presunzione,
e liberami da tutte le mie cattive azioni
di notte e di giorno.



Chiuse la recita dell'Angelus con l'Invocazione all'Arcangelo del Piacere:

Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia

Con piacere, terminata la preghiera comunitaria dell'Angelus, raggiunse insieme ai confratelli il refettorio per consumare il  pranzo quotidiano.
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Messaggio  Jalisse Lun Gen 01, 2018 2:21 pm

Al suono della campana di mezzodì, Madre Jalisse, lasciate le proprie occupazioni, raggiunse la cappella per recitare, insieme all'Abate e ai confratelli, l'Angelus del LUNEDI'

aprendo la preghiera comunitaria con l'introduzione:


"Angelus Domini hominem *protexit in Oanilonia.
Gli umani si erano abbandonati al peccato a tal punto * che Dio aveva deciso di punirli,
tuttavia, sette umani avevano capito * l’errore che avevano commesso.
Ma Dio vide che i sette puri avevano dimostrato che gli umani erano capaci di pentimento e umiltà.
*Li innalzò al sole ed essi furono benedetti da un’eternità di felicità in Paradiso.."



Innalzarono quindi l' Invocazione a San Gabriele, Arcangelo della Temperanza:
Gabriele, Arcangelo della Temperanza, *difendici da Leviatano, demone dell'Ira.


Lesse quindi la lettura propria del giorno:


Gabriele capì immediatamente che l’ora della caduta di Oanilonia era arrivata.
Decise di andare subito ad avvisare tutti coloro che aveva incontrato e l’aveva seguito sulla via della virtù per salvarli.
Cominciò dall’avvisare il suo amico Alcisde, l’armatore del “Que-Bec”, perché preparasse la barca ad imbarcare tutti quelli che Gabriele avrebbe portato, al fine di salvarli.
Percorse tutte le strade di Oanilonia, dicendo a tutti quelli che conosceva di andare al porto e di imbracarsi sul “Que-Bec”, raccomandandosi di non portare niente che potesse appesantire la braca. Quando tornò al porto accompagnato da quattro orfani, vide Leviatano che, con gli occhi folli di furia e collera, lanciava un’enorme trave sulla barca, che cadendo sulla sua vela lo rese prigioniero della città. Mentre una risata tonante da folle usciva dalla gola di Leviatano, Gabriele, ascoltando solo la sua fede, saltò sul ponte per aiutare a liberare il “Que-Bec”. La trave era molta alta e Gabriele, che era molto forte, propose di fare del suo corpo una scala. Prese un asse, che teneva tra le mani e disse ad uno dei marinai: “Sali sul mio corpo, mi puoi usare come una scala”. Questi riuscì così ad arrampicarsi sino alla trave e liberare la barca. Tutti allora gridarono: “Viva Gabriele che fece del suo corpo una scala, viva il “Que-Bec” libero!”.


Dopo di che recitarono insieme, a cori alterni, il salmo:

Questo giorno è un giorno totalmente nuovo,
*non è mai esistito e non esisterà mai più.
Prendete dunque questo giorno e fatene una scala.
**Per raggiungere le più alte vette.
Non permettete che la fine del giorno
*Vi trovi simili a come eravate all’alba
Perché domani potrebbe essere il giorno in cui sarete giudicati.



E a seguire la preghiera a San Gabriele Arcangelo:

San Gabriele Arcangelo,
angelo della Temperanza,
apri le nostre orecchie
ai dolci avvertimenti
e agli appelli pressanti dell’Altissimo.
Tieniti sempre davanti a noi,
ti scongiuriamo,
affinché comprendiamo bene
la parola di Dio,
affinché lo seguiamo,
affinché gli obbediamo
e adempiamo a ciò che vuole da noi.
Aiutaci a restare svegli,
affinché, quando arriverà,
il Signore non ci trovi addormentati.




Infine, terminarono la recita dell'Angelus con l' invocazione finale a San Gabriele Arcangelo:


Gabriele, Arcangelo della Temperanza,

*difendici da Leviatano, demone dell'Ira


Finita la recita comunitaria dell'Angelus, insieme all'Abate e ai confratelli, lasciò la cappella dirigendosi verso il refettorio per il pranzo.
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Messaggio  Pamelita Mar Gen 02, 2018 10:52 am

Al suono della campana di mezzodì, Madre Pamela, lasciate le proprie occupazioni, raggiunse la cappella per recitare, insieme all'Abate e ai confratelli, l'Angelus

aprendo la preghiera comunitaria con l'introduzione:


"Angelus Domini hominem *protexit in Oanilonia.
Gli umani si erano abbandonati al peccato a tal punto * che Dio aveva deciso di punirli,
tuttavia, sette umani avevano capito * l’errore che avevano commesso.
Ma Dio vide che i sette puri avevano dimostrato che gli umani erano capaci di pentimento e umiltà.
*Li innalzò al sole ed essi furono benedetti da un’eternità di felicità in Paradiso.."



Innalzarono quindi l' Invocazione a San Gabriele, Arcangelo della Temperanza:
Gabriele, Arcangelo della Temperanza, *difendici da Leviatano, demone dell'Ira.


Lesse quindi la lettura propria del giorno:


Gabriele capì immediatamente che l’ora della caduta di Oanilonia era arrivata.
Decise di andare subito ad avvisare tutti coloro che aveva incontrato e l’aveva seguito sulla via della virtù per salvarli.
Cominciò dall’avvisare il suo amico Alcisde, l’armatore del “Que-Bec”, perché preparasse la barca ad imbarcare tutti quelli che Gabriele avrebbe portato, al fine di salvarli.
Percorse tutte le strade di Oanilonia, dicendo a tutti quelli che conosceva di andare al porto e di imbracarsi sul “Que-Bec”, raccomandandosi di non portare niente che potesse appesantire la braca. Quando tornò al porto accompagnato da quattro orfani, vide Leviatano che, con gli occhi folli di furia e collera, lanciava un’enorme trave sulla barca, che cadendo sulla sua vela lo rese prigioniero della città. Mentre una risata tonante da folle usciva dalla gola di Leviatano, Gabriele, ascoltando solo la sua fede, saltò sul ponte per aiutare a liberare il “Que-Bec”. La trave era molta alta e Gabriele, che era molto forte, propose di fare del suo corpo una scala. Prese un asse, che teneva tra le mani e disse ad uno dei marinai: “Sali sul mio corpo, mi puoi usare come una scala”. Questi riuscì così ad arrampicarsi sino alla trave e liberare la barca. Tutti allora gridarono: “Viva Gabriele che fece del suo corpo una scala, viva il “Que-Bec” libero!”.


Dopo di che recitarono insieme, a cori alterni, il salmo:

Questo giorno è un giorno totalmente nuovo,
*non è mai esistito e non esisterà mai più.
Prendete dunque questo giorno e fatene una scala.
**Per raggiungere le più alte vette.
Non permettete che la fine del giorno
*Vi trovi simili a come eravate all’alba
Perché domani potrebbe essere il giorno in cui sarete giudicati.



E a seguire la preghiera a San Gabriele Arcangelo:

San Gabriele Arcangelo,
angelo della Temperanza,
apri le nostre orecchie
ai dolci avvertimenti
e agli appelli pressanti dell’Altissimo.
Tieniti sempre davanti a noi,
ti scongiuriamo,
affinché comprendiamo bene
la parola di Dio,
affinché lo seguiamo,
affinché gli obbediamo
e adempiamo a ciò che vuole da noi.
Aiutaci a restare svegli,
affinché, quando arriverà,
il Signore non ci trovi addormentati.




Infine, terminarono la recita dell'Angelus con l' invocazione finale a San Gabriele Arcangelo:


Gabriele, Arcangelo della Temperanza,

*difendici da Leviatano, demone dell'Ira


Finita la recita comunitaria dell'Angelus, insieme all'Abate e ai confratelli, lasciò la cappella dirigendosi verso il refettorio per il pranzo.
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Messaggio  Jalisse Mar Gen 02, 2018 12:05 pm

Angelus del MARTEDI'

iniziò con l'introduzione:


"Angelus Domini hominem *protexit in Oanilonia.
Gli umani si erano abbandonati al peccato a tal punto * che Dio aveva deciso di punirli,
tuttavia, sette umani avevano capito * l’errore che avevano commesso.
Ma Dio vide che i sette puri avevano dimostrato che gli umani erano capaci di pentimento e umiltà.
*Li innalzò al sole ed essi furono benedetti da un’eternità di felicità in Paradiso.."



Innalzarono quindi l' Invocazione a San Gabriele, Arcangelo della Temperanza:
Gabriele, Arcangelo della Temperanza, *difendici da Leviatano, demone dell'Ira.


Lesse quindi la lettura propria del giorno:


Gabriele capì immediatamente che l’ora della caduta di Oanilonia era arrivata.
Decise di andare subito ad avvisare tutti coloro che aveva incontrato e l’aveva seguito sulla via della virtù per salvarli.
Cominciò dall’avvisare il suo amico Alcisde, l’armatore del “Que-Bec”, perché preparasse la barca ad imbarcare tutti quelli che Gabriele avrebbe portato, al fine di salvarli.
Percorse tutte le strade di Oanilonia, dicendo a tutti quelli che conosceva di andare al porto e di imbracarsi sul “Que-Bec”, raccomandandosi di non portare niente che potesse appesantire la braca. Quando tornò al porto accompagnato da quattro orfani, vide Leviatano che, con gli occhi folli di furia e collera, lanciava un’enorme trave sulla barca, che cadendo sulla sua vela lo rese prigioniero della città. Mentre una risata tonante da folle usciva dalla gola di Leviatano, Gabriele, ascoltando solo la sua fede, saltò sul ponte per aiutare a liberare il “Que-Bec”. La trave era molta alta e Gabriele, che era molto forte, propose di fare del suo corpo una scala. Prese un asse, che teneva tra le mani e disse ad uno dei marinai: “Sali sul mio corpo, mi puoi usare come una scala”. Questi riuscì così ad arrampicarsi sino alla trave e liberare la barca. Tutti allora gridarono: “Viva Gabriele che fece del suo corpo una scala, viva il “Que-Bec” libero!”.


Dopo di che recitarono insieme, a cori alterni, il salmo:

Questo giorno è un giorno totalmente nuovo,
*non è mai esistito e non esisterà mai più.
Prendete dunque questo giorno e fatene una scala.
**Per raggiungere le più alte vette.
Non permettete che la fine del giorno
*Vi trovi simili a come eravate all’alba
Perché domani potrebbe essere il giorno in cui sarete giudicati.



E a seguire la preghiera a San Gabriele Arcangelo:

San Gabriele Arcangelo,
angelo della Temperanza,
apri le nostre orecchie
ai dolci avvertimenti
e agli appelli pressanti dell’Altissimo.
Tieniti sempre davanti a noi,
ti scongiuriamo,
affinché comprendiamo bene
la parola di Dio,
affinché lo seguiamo,
affinché gli obbediamo
e adempiamo a ciò che vuole da noi.
Aiutaci a restare svegli,
affinché, quando arriverà,
il Signore non ci trovi addormentati.




Infine, terminarono la recita dell'Angelus con l' invocazione finale a San Gabriele Arcangelo:


Gabriele, Arcangelo della Temperanza,

*difendici da Leviatano, demone dell'Ira


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Messaggio  Pamelita Mer Gen 03, 2018 11:03 am

Il sole stava spuntando  e Madre Pamelita si attardò lungo il chiostro a guardando Fiocco che correva felice nel prato del giardino interno, lasciò sfogare la sue esuberanza e alla fine abbassatasi lui le si infilò nella capiente tasca.Lei con il Messale in mano, si recò alla cappella e si  unì ai confratelli e all'Abate per recitare le Lodi mattutine.

Aprì la preghiera comunitaria con la lettura dell'introduzione:


"La luce del sole dissiperà allora i nostri timori, i nostri dubbi,
le nostre angosce, le nostre domande,
i nostri odi ed i nostri dispiaceri.
Il suo calore ci toglierà dal disagio e dal freddo
."



Quindi intonarono insieme, a cori alterni, il Cantico all'Altissimo:

Rendete grazie all'Altissimo

in Lui sono state create tutte le cose, in cielo e in terra.


*Poichè il motore del mondo ha dissipato il nulla,
ci ha fatto destinatari della sua Santa Parola,
*e ci ha prescelti per essere suoi figli.

Il popolo di Oanilonia cedette alla follia,
*e tutti rinnegarono l'amore fraterno,
empi, fino a morire per l'accidia.
*Accanto al senza nome furono maledetti.

Allora la Sua collera giunse e offrì loro
*attraverso il perdono, la via della salvezza
risparmiando i Giusti nella beatitudine solare
*gettando i corrotti nella luna, come prigionieri.

Ma il Suo Amore si estende di regno in regno,
*Dio ha saputo risvegliare le nostre anime nelle nostre armature
come ci aveva promesso fin dai tempi antichi
*attraverso il profeta, per bocca dei santi

Ha disperso le tenebre sotto Oanilonia
*ha rovesciato i potenti dai loro superbi troni
ha spiegato la potenza del suo braccio
*ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato gli empi ricchi a mani vuote.
*Ha soccorso con la virtù, la cui forza impavida
di fronte ai popoli canta che si benedica
*Aristotele il saggio, che fu nostro Profeta,
Luce che ci ha rivelato con il pensiero perfetto,
*e che al nome di Christos tutte le ginocchia si pieghino.



Seguì la recita, sempre a cori alterni, del salmo della creazione:


In principio non vi era altro che Dio.
*Non vi era nè materia,
né energia, né movimento.
*Ma Dio è più alto di tutto,
Lui non ha un inizio o una fine.
*Lui è l'Infinito e l'Eterno.
Lui è Perfezione che niente può impedire,
*su cui nulla può agire o interferire.
Tutto è possibile per Lui
*e tutto ciò che esiste deve a Lui la sua esistenza.
Dio è la materia prima da cui tutto è stato creato.
*Tutto ciò che esiste, appartenevano a Lui sin dall'inizio.
Lui è l'Altissimo, sa tutto, è onnipresente, è onnipotente.
*Dio pensò ed un piccolo punto apparve
e dissipò il Nulla.
*Lo chiamò “Universo” e lo esplose in una miriade di stelle
Creò i quattro elementi.
*La terra fu così posta nel centro.
Fu coperta dall'acqua
*che venne coperta dall'aria.
Il fuoco, coprì il tutto.
*Ma in principio non vi era altro che Dio.



Dopo di che innalzarono le preghiere a Dio Padre:

Dio nostro Padre, creatore del cielo e della terra e che tutto hai posto sotto i nostri piedi: i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ci affidiamo a Te supplicandoTi di renderci consapevoli dei benefici della Tua creazione che hai posto a nostro servizio.

*Santo Aristotele, intercedi per noi.

Oh Altissimo, fa’ che ciascuno di noi senta la dignità e la responsabilità dell’essere, con Te, re e custode del creato e mai tiranno che spadroneggia sui beni che ci hai affidati. Sia il luogo dove, attraverso la carità e la convivialità, possiamo anticipare la Giustizia e la Gioia che regna nel Tuo paradiso solare.

Santo Aristotele intercedi per noi.



Terminarono la recita delle Lodi con l'invocazione finale a Dio Creatore di tutte le cose:

Dio Creatore di tutte le cose, ti affidiamo questa giornata!
Guidaci nelle nostre azioni, i nostri pensieri più profondi,
Tu che sai tutto, purificali perchè siano conformi alla Tua volontà.
Tu sei l'Altissimo, che tutto sai, ma ci lasci liberi del nostro destino,
ispira coloro che si allontanano dalla tua divina parola,
per aiutarci a salvare il mondo.


AMEN



Terminata così la recita delle Lodi mattutine, salutati tutti, andò serenamente incontro a ciò che l'attendeva in quel nuovo giorno.
Pamelita
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Messaggio  Jalisse Mer Gen 03, 2018 11:22 am

Madre Jalisse si recò come sempre nella Chiesa San Benedetto per pregare perle preghiere del MERCOLEDI'

Si unì ai congratelli, e cominciò a recitare con loro:


Iniziò con l'Invocazione:

Michele, Arcangelo della Giustizia, *difendici da Satana, demone dell'Invidia.

Lettura
Quando i suoi amici furono al sicuro, egli restò solo e per sei giorni salvò coloro che potevano essere salvati.
Il settimo giorno c’erano ancora persone da salvare ma nessuna barca. Come per miracolo apparvero altre due imbarcazioni, egli invitò dunque coloro che avevano il cuore puro a salire su queste barche. Sembrava capace di leggere nel cuore della gente se la loro fede era reale e inviava sulla prima barca coloro che giudicava degni e sulla seconda coloro che fuggivano per paura o per salvare le proprie ricchezze. Vedendo le due imbarcazioni piene, si rifiutò di salire, dicendo che Dio aveva una missione per lui e che sentiva di dover restare per salvare altri amici. Arrivata all’uscita della città la prima barca prese senza intoppi il largo, mentre la seconda più pesante per l’oro portato fu bloccata dai fondali bassi.

Continuò poi con il Salmo:

Se il tuo occhio destro ti porta verso ciò che non ti è destinato
*strappalo e brucialo,
perché è meglio che una parte di te muoia
*piuttosto che attiri su di te la collera di Dio.
Sono venuto a portare le parole di speranza di Dio
*verso coloro che non si sono allontanati da lui
perché numerose sono le comunità di fedeli
*che percorrono il mondo in attesa dei profeti
che li riuniranno nell’amore
*e nell’amicizia.

Poi fu il momento della Preghiera:

Signore, imploriamo la tua misericordia,
una misericordia che illuminerà i nostri cuori,
ci farà comprendere i nostri errori,
ci guiderà verso la strada della giustizia
e ci allontanerà dal peccato.
Benedici la Chiesa e tutti i tuoi figli
e fai in modo che l'amicizia
sia la guida che ci conduce, la giustizia lo scopo che perseguiamo e la pace il bene che troviamo.
San Michele Arcangelo,
angelo della Giustizia,
quando siamo prigionieri dell’odio e dell’invidia,
della menzogna e dell’ingiustizia,
aiutaci a tornare sulla via della virtù.

Ed infine il momento dell'Invocazione Finale:

Michele, Arcangelo della Giustizia, *difendici da Satana, demone della Superbia.

Terminato di pregare, Madre Jalisse si recò insieme agli altri, al refettorio per il pranzo.
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L'Angelus (prima settimana del mese) - Pagina 22 Empty Re: L'Angelus (prima settimana del mese)

Messaggio  Pamelita Gio Gen 04, 2018 12:05 pm

Prima di raggiungere il refettorio per consumare insieme, in letizia, il pranzo, insieme ai confratelli raggiunse la Cappella di San Benedetto e aperto il Messale guidò la recita dell'Angelus

Iniziò con l'Introduzione invocando la protezione di Sant'Uriele, Arcangelo della Generosità:


Uriele, Arcangelo della Generosità, *difendici da Belial, demone dell'Invidia.

Proclamò quindi la Lettura del Giovedì:


La creatura senza nome andò poi a parlare all’orecchio di Uriele, ma questi, conoscendo le sue intenzioni, non lo volle ascoltare, perché più si fosse lasciato tentare, più sarebbe stato difficile resistere. Raccogliendosi in preghiera, si mise in ginocchio[...]. Questo giovane era benedetto da Dio, era certo, era stato scelto affinché donasse la sua vita per questo mondo. Davanti a tale forza e benedizione la Creatura senza nome non poteva più niente e, sebbene l’avesse tentato altre volte, non riuscì mai a convincere Uriele, neanche per un momento.

Di seguito, recitarono insieme, a cori alterni, il Salmo:

Solo Dio è sovrano,
*solo Dio è il Signore.
Hai dato dei talenti, alle Tue creature.
*Ciascuna di esse ha il suo posto nella Tua creazione.
Il suo talento permette a ciascuna di esse di trovarlo.
*Siamo tutte egualmente amate da te
e dobbiamo tutti amarti in cambio.
*Poiché, senza Te, non esisteremmo.
Ci hai creati mentre nulla Ti costringeva
*e dobbiamo amarti per ringraziarti di questo.



Recitarono poi tutti insieme la Preghiera all'Altissimo, Padre dell'umanità:

“O Dio altissimo,
padre dell’umanità
e onnipotenza divina,
chiudi le mie orecchie
alle tentazioni
e apri i miei occhi
all’amore senza fine che tu mi dai,
che io possa donare a coloro che devono ricevere,
amare coloro che devono essere amati,
sapendo sempre
che se io non fossi là,
qualcun altro sarebbe là per farlo
perché sei Tu che parli attraverso la mia bocca
e che operi attraverso le mie mani.
Perdona mio fratello e tutti gli altri,
non sanno quello che fanno.”


Chiuse la preghiera di mezzodì con l'Invocazione finale all'Arcangelo della Generosità:

Uriele, Arcangelo della Generosità, *difendici da Belial, demone dell'Invidia.


Terminata così la recita dell'Angelus, si incamminarono insieme, in silenzio e con l'acquolina in bocca, verso il refettorio.
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L'Angelus (prima settimana del mese) - Pagina 22 Empty Re: L'Angelus (prima settimana del mese)

Messaggio  Jalisse Gio Gen 04, 2018 1:47 pm

A mezzodi', i monaci cistercensi si recavano nella cappella San Benedetto, in quanto accessibile anche ai visitatori esterni e non solo a chi soggiornava in Abbazia, in questo modo chi avesse voluto avrebbe potuto pregare per loro...
con il nuovo messale il salmo e le preghiere erano specifiche a seconda della settimana, Madre Jalisse quindi aprì il messale posizionandosi sul salmo e sulle preghiere specifiche per la prima settimana di ogni mese e in modo particolare  per il giorno di GIOVEDI'.

Iniziò quindi con l'introduzione:

Uriele, Arcangelo della Generosità, *difendici da Belial, demone dell'Invidia.

Poi fu il momento della Lettura

La creatura senza nome andò poi a parlare all’orecchio di Uriele, ma questi, conoscendo le sue intenzioni, non lo volle ascoltare, perché più si fosse lasciato tentare, più sarebbe stato difficile resistere. Raccogliendosi in preghiera, si mise in ginocchio[...]. Questo giovane era benedetto da Dio, era certo, era stato scelto affinché donasse la sua vita per questo mondo. Davanti a tale forza e benedizione la Creatura senza nome non poteva più niente e, sebbene l’avesse tentato altre volte, non riuscì mai a convincere Uriele, neanche per un momento.

Al quale seguì il Salmo

Solo Dio è sovrano,
*solo Dio è il Signore.
Hai dato dei talenti, alle Tue creature.
*Ciascuna di esse ha il suo posto nella Tua creazione.
Il suo talento permette a ciascuna di esse di trovarlo.
*Siamo tutte egualmente amate da te
e dobbiamo tutti amarti in cambio.
*Poiché, senza Te, non esisteremmo.
Ci hai creati mentre nulla Ti costringeva
*e dobbiamo amarti per ringraziarti di questo.


Recitarono poi tutti insieme la Preghiera

“O Dio altissimo,
padre dell’umanità
e onnipotenza divina,
chiudi le mie orecchie
alle tentazioni
e apri i miei occhi
all’amore senza fine che tu mi dai,
che io possa donare a coloro che devono ricevere,
amare coloro che devono essere amati,
sapendo sempre
che se io non fossi là,
qualcun altro sarebbe là per farlo
perché sei Tu che parli attraverso la mia bocca
e che operi attraverso le mie mani.
Perdona mio fratello e tutti gli altri,
non sanno quello che fanno.”


Arrivando all'Invocazione finale

Uriele, Arcangelo della Generosità, *difendici da Belial, demone dell'Invidia.
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Messaggio  Pamelita Ven Gen 05, 2018 8:49 am

Suonata la campana di mezzodì, Madre Pamela lasciò i suoi le sue occupazioni  per recarsi in Cappella per la recita dell'Angelus, insieme ai suoi confratelli.

Aperto il Messale, iniziò con la lettura dell'Invocazione a San Silfaele, Arcangelo del Piacere:


Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia.

Quindi lesse ai confratelli la Lettura dell'Angelus del Sabato:

In quei tempi tumultuosi per la città viveva un giovane chiamato Silfaele di Hedon. Sapeva brillare in società, era dotato di talenti in tutte le arti, ma ciò che gli procurava l’ammirazione della sua cerchia era la sua straordinaria capacità di assaporare ogni istante della vita.
[...] Silfaele, re delle notti di Oanilonia, gustava tutti i vini, poi appena titubante cominciava a dare il suo concerto di lira in favore dell’associazione “saggezza riunita di Oane”. Si vedevano allora le torce dei suoi adulatori sconvolti, inviarlo dritto al firmamento.
Spesso l’indomani all’aurora e dopo che aveva trovato nuove fonti di piacere studiando con Colomba, non era raro vedere Silfaele preparare una tisana al capezzale di un Lucifero dai tratti rovinati, nauseati, livido.
“Tu confondi piacere e felicità, mio povero Luc!” lo ammoniva Silf mentre il suo amico si preparava ad una giornata di mortificazioni e autopunizioni di tutti i generi perché come una banderuola folle Lucifero il volubile non cessava di passare da una sete di piacere estremo ad un abbattimento colpevole e deprimente “e così affatichi il tuo corpo molto duramente con incessanti privazioni e eterni eccessi”.


Seguì la recita, a cori alterni, del Salmo:

Tu confondi piacere e felicità
*la virtù è il piacere stesso!
Dio ci ha dato i sensi per gustarlo
*e perché l’amore della vita restasse l’Amore
Chi entra in depressione spirituale,
*che resta passivo, che non ha più gusto per la vita,
e che ignora la sua soddisfazione
*non arriverà a raggiungere il sole.


e dopo il Salmo responsoriale la Preghiera:

San Silfaele,
angelo del Piacere
scaccia da me peccatore l’accidia,
la dimenticanza, l’ignoranza, la trascuratezza;
ed ogni pensiero malvagio,
e dalla presunzione,
e liberami da tutte le mie cattive azioni
di notte e di giorno.



Chiuse la recita dell'Angelus con l'Invocazione all'Arcangelo del Piacere:

Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia

Con piacere, terminata la preghiera comunitaria dell'Angelus, raggiunse insieme ai confratelli il refettorio per la consumazione del pranzo quotidiano.
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Messaggio  Jalisse Ven Gen 05, 2018 1:14 pm

Suonata la campana di mezzodì, Madre Jalisse lasciò i suoi le sue occupazioni  per recarsi in Cappella per la recita dell'Angelus del  VENERDI',
insieme ai suoi confratelli.

Aperto il Messale, iniziò con la lettura dell'Invocazione a San Silfaele, Arcangelo del Piacere:


Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia.

Quindi lesse ai confratelli la Lettura dell'Angelus del Sabato:

In quei tempi tumultuosi per la città viveva un giovane chiamato Silfaele di Hedon. Sapeva brillare in società, era dotato di talenti in tutte le arti, ma ciò che gli procurava l’ammirazione della sua cerchia era la sua straordinaria capacità di assaporare ogni istante della vita.
[...] Silfaele, re delle notti di Oanilonia, gustava tutti i vini, poi appena titubante cominciava a dare il suo concerto di lira in favore dell’associazione “saggezza riunita di Oane”. Si vedevano allora le torce dei suoi adulatori sconvolti, inviarlo dritto al firmamento.
Spesso l’indomani all’aurora e dopo che aveva trovato nuove fonti di piacere studiando con Colomba, non era raro vedere Silfaele preparare una tisana al capezzale di un Lucifero dai tratti rovinati, nauseati, livido.
“Tu confondi piacere e felicità, mio povero Luc!” lo ammoniva Silf mentre il suo amico si preparava ad una giornata di mortificazioni e autopunizioni di tutti i generi perché come una banderuola folle Lucifero il volubile non cessava di passare da una sete di piacere estremo ad un abbattimento colpevole e deprimente “e così affatichi il tuo corpo molto duramente con incessanti privazioni e eterni eccessi”.


Seguì la recita, a cori alterni, del Salmo:

Tu confondi piacere e felicità
*la virtù è il piacere stesso!
Dio ci ha dato i sensi per gustarlo
*e perché l’amore della vita restasse l’Amore
Chi entra in depressione spirituale,
*che resta passivo, che non ha più gusto per la vita,
e che ignora la sua soddisfazione
*non arriverà a raggiungere il sole.


e dopo il Salmo responsoriale la Preghiera:

San Silfaele,
angelo del Piacere
scaccia da me peccatore l’accidia,
la dimenticanza, l’ignoranza, la trascuratezza;
ed ogni pensiero malvagio,
e dalla presunzione,
e liberami da tutte le mie cattive azioni
di notte e di giorno.



Chiuse la recita dell'Angelus con l'Invocazione all'Arcangelo del Piacere:

Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia

Con piacere, terminata la preghiera comunitaria dell'Angelus, raggiunse insieme ai confratelli il refettorio per la consumazione del pranzo quotidiano.
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Messaggio  Pamelita Sab Gen 06, 2018 11:26 am

Suonato il mezzogiorno, Madre Pamela si recò in Cappella per la recita dell'Angelus, insieme ai suoi confratelli.

Si iniziò con la lettura dell'Invocazione a San Silfaele, Arcangelo del Piacere:


Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia.

Quindi lesse ai confratelli la Lettura dell'Angelus del Sabato:

In quei tempi tumultuosi per la città viveva un giovane chiamato Silfaele di Hedon. Sapeva brillare in società, era dotato di talenti in tutte le arti, ma ciò che gli procurava l’ammirazione della sua cerchia era la sua straordinaria capacità di assaporare ogni istante della vita.
[...] Silfaele, re delle notti di Oanilonia, gustava tutti i vini, poi appena titubante cominciava a dare il suo concerto di lira in favore dell’associazione “saggezza riunita di Oane”. Si vedevano allora le torce dei suoi adulatori sconvolti, inviarlo dritto al firmamento.
Spesso l’indomani all’aurora e dopo che aveva trovato nuove fonti di piacere studiando con Colomba, non era raro vedere Silfaele preparare una tisana al capezzale di un Lucifero dai tratti rovinati, nauseati, livido.
“Tu confondi piacere e felicità, mio povero Luc!” lo ammoniva Silf mentre il suo amico si preparava ad una giornata di mortificazioni e autopunizioni di tutti i generi perché come una banderuola folle Lucifero il volubile non cessava di passare da una sete di piacere estremo ad un abbattimento colpevole e deprimente “e così affatichi il tuo corpo molto duramente con incessanti privazioni e eterni eccessi”.


Seguì la recita, a cori alterni, del Salmo:

Tu confondi piacere e felicità
*la virtù è il piacere stesso!
Dio ci ha dato i sensi per gustarlo
*e perché l’amore della vita restasse l’Amore
Chi entra in depressione spirituale,
*che resta passivo, che non ha più gusto per la vita,
e che ignora la sua soddisfazione
*non arriverà a raggiungere il sole.


e dopo il Salmo responsoriale la Preghiera:

San Silfaele,
angelo del Piacere
scaccia da me peccatore l’accidia,
la dimenticanza, l’ignoranza, la trascuratezza;
ed ogni pensiero malvagio,
e dalla presunzione,
e liberami da tutte le mie cattive azioni
di notte e di giorno.



Chiuse la recita dell'Angelus con l'Invocazione all'Arcangelo del Piacere:

Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia

Con piacere, terminata la preghiera comunitaria dell'Angelus, raggiunse insieme ai confratelli il refettorio per consumare il  pranzo quotidiano.
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Messaggio  Jalisse Sab Gen 06, 2018 4:54 pm

Suonato il mezzogiorno insieme ai suoi confratelli per la recita dell'Angelus della DOMENICA

Si iniziò con la lettura dell'Invocazione a San Silfaele, Arcangelo del Piacere:


Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia.

Quindi lesse ai confratelli la Lettura dell'Angelus del Sabato:

In quei tempi tumultuosi per la città viveva un giovane chiamato Silfaele di Hedon. Sapeva brillare in società, era dotato di talenti in tutte le arti, ma ciò che gli procurava l’ammirazione della sua cerchia era la sua straordinaria capacità di assaporare ogni istante della vita.
[...] Silfaele, re delle notti di Oanilonia, gustava tutti i vini, poi appena titubante cominciava a dare il suo concerto di lira in favore dell’associazione “saggezza riunita di Oane”. Si vedevano allora le torce dei suoi adulatori sconvolti, inviarlo dritto al firmamento.
Spesso l’indomani all’aurora e dopo che aveva trovato nuove fonti di piacere studiando con Colomba, non era raro vedere Silfaele preparare una tisana al capezzale di un Lucifero dai tratti rovinati, nauseati, livido.
“Tu confondi piacere e felicità, mio povero Luc!” lo ammoniva Silf mentre il suo amico si preparava ad una giornata di mortificazioni e autopunizioni di tutti i generi perché come una banderuola folle Lucifero il volubile non cessava di passare da una sete di piacere estremo ad un abbattimento colpevole e deprimente “e così affatichi il tuo corpo molto duramente con incessanti privazioni e eterni eccessi”.


Seguì la recita, a cori alterni, del Salmo:

Tu confondi piacere e felicità
*la virtù è il piacere stesso!
Dio ci ha dato i sensi per gustarlo
*e perché l’amore della vita restasse l’Amore
Chi entra in depressione spirituale,
*che resta passivo, che non ha più gusto per la vita,
e che ignora la sua soddisfazione
*non arriverà a raggiungere il sole.


e dopo il Salmo responsoriale la Preghiera:

San Silfaele,
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scaccia da me peccatore l’accidia,
la dimenticanza, l’ignoranza, la trascuratezza;
ed ogni pensiero malvagio,
e dalla presunzione,
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Chiuse la recita dell'Angelus con l'Invocazione all'Arcangelo del Piacere:

Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia

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Messaggio  Jalisse Dom Gen 07, 2018 12:21 pm

Suonato il mezzogiorno insieme ai suoi confratelli per la recita dell'Angelus della DOMENICA

Si iniziò con la lettura dell'Invocazione a San Silfaele, Arcangelo del Piacere:


Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia.

Quindi lesse ai confratelli la Lettura dell'Angelus del Sabato:

In quei tempi tumultuosi per la città viveva un giovane chiamato Silfaele di Hedon. Sapeva brillare in società, era dotato di talenti in tutte le arti, ma ciò che gli procurava l’ammirazione della sua cerchia era la sua straordinaria capacità di assaporare ogni istante della vita.
[...] Silfaele, re delle notti di Oanilonia, gustava tutti i vini, poi appena titubante cominciava a dare il suo concerto di lira in favore dell’associazione “saggezza riunita di Oane”. Si vedevano allora le torce dei suoi adulatori sconvolti, inviarlo dritto al firmamento.
Spesso l’indomani all’aurora e dopo che aveva trovato nuove fonti di piacere studiando con Colomba, non era raro vedere Silfaele preparare una tisana al capezzale di un Lucifero dai tratti rovinati, nauseati, livido.
“Tu confondi piacere e felicità, mio povero Luc!” lo ammoniva Silf mentre il suo amico si preparava ad una giornata di mortificazioni e autopunizioni di tutti i generi perché come una banderuola folle Lucifero il volubile non cessava di passare da una sete di piacere estremo ad un abbattimento colpevole e deprimente “e così affatichi il tuo corpo molto duramente con incessanti privazioni e eterni eccessi”.


Seguì la recita, a cori alterni, del Salmo:

Tu confondi piacere e felicità
*la virtù è il piacere stesso!
Dio ci ha dato i sensi per gustarlo
*e perché l’amore della vita restasse l’Amore
Chi entra in depressione spirituale,
*che resta passivo, che non ha più gusto per la vita,
e che ignora la sua soddisfazione
*non arriverà a raggiungere il sole.


e dopo il Salmo responsoriale la Preghiera:

San Silfaele,
angelo del Piacere
scaccia da me peccatore l’accidia,
la dimenticanza, l’ignoranza, la trascuratezza;
ed ogni pensiero malvagio,
e dalla presunzione,
e liberami da tutte le mie cattive azioni
di notte e di giorno.



Chiuse la recita dell'Angelus con l'Invocazione all'Arcangelo del Piacere:

Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia

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Messaggio  Pamelita Dom Gen 07, 2018 4:43 pm

Suonato il mezzogiorno, Madre Pamela si recò in Cappella per la recita dell'Angelus, insieme ai suoi confratelli.

Si iniziò con la lettura dell'Invocazione a San Silfaele, Arcangelo del Piacere:


Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia.

Quindi lesse ai confratelli la Lettura dell'Angelus del Sabato:

In quei tempi tumultuosi per la città viveva un giovane chiamato Silfaele di Hedon. Sapeva brillare in società, era dotato di talenti in tutte le arti, ma ciò che gli procurava l’ammirazione della sua cerchia era la sua straordinaria capacità di assaporare ogni istante della vita.
[...] Silfaele, re delle notti di Oanilonia, gustava tutti i vini, poi appena titubante cominciava a dare il suo concerto di lira in favore dell’associazione “saggezza riunita di Oane”. Si vedevano allora le torce dei suoi adulatori sconvolti, inviarlo dritto al firmamento.
Spesso l’indomani all’aurora e dopo che aveva trovato nuove fonti di piacere studiando con Colomba, non era raro vedere Silfaele preparare una tisana al capezzale di un Lucifero dai tratti rovinati, nauseati, livido.
“Tu confondi piacere e felicità, mio povero Luc!” lo ammoniva Silf mentre il suo amico si preparava ad una giornata di mortificazioni e autopunizioni di tutti i generi perché come una banderuola folle Lucifero il volubile non cessava di passare da una sete di piacere estremo ad un abbattimento colpevole e deprimente “e così affatichi il tuo corpo molto duramente con incessanti privazioni e eterni eccessi”.


Seguì la recita, a cori alterni, del Salmo:

Tu confondi piacere e felicità
*la virtù è il piacere stesso!
Dio ci ha dato i sensi per gustarlo
*e perché l’amore della vita restasse l’Amore
Chi entra in depressione spirituale,
*che resta passivo, che non ha più gusto per la vita,
e che ignora la sua soddisfazione
*non arriverà a raggiungere il sole.


e dopo il Salmo responsoriale la Preghiera:

San Silfaele,
angelo del Piacere
scaccia da me peccatore l’accidia,
la dimenticanza, l’ignoranza, la trascuratezza;
ed ogni pensiero malvagio,
e dalla presunzione,
e liberami da tutte le mie cattive azioni
di notte e di giorno.



Chiuse la recita dell'Angelus con l'Invocazione all'Arcangelo del Piacere:

Silfaele, Arcangelo del Piacere, *difendici da Lucifero, demone dell'accidia

Con piacere, terminata la preghiera comunitaria dell'Angelus, raggiunse insieme ai confratelli il refettorio per consumare il  pranzo quotidiano.
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Messaggio  Pamelita Lun Feb 05, 2018 6:17 am

Al suono della campana di mezzodì, Madre Pamela, lasciate le proprie occupazioni, raggiunse la cappella per recitare, insieme all'Abate e ai confratelli, l'Angelus

aprendo la preghiera comunitaria con l'introduzione:


"Angelus Domini hominem *protexit in Oanilonia.
Gli umani si erano abbandonati al peccato a tal punto * che Dio aveva deciso di punirli,
tuttavia, sette umani avevano capito * l’errore che avevano commesso.
Ma Dio vide che i sette puri avevano dimostrato che gli umani erano capaci di pentimento e umiltà.
*Li innalzò al sole ed essi furono benedetti da un’eternità di felicità in Paradiso.."



Innalzarono quindi l' Invocazione a San Gabriele, Arcangelo della Temperanza:
Gabriele, Arcangelo della Temperanza, *difendici da Leviatano, demone dell'Ira.


Lesse quindi la lettura propria del giorno:


Gabriele capì immediatamente che l’ora della caduta di Oanilonia era arrivata.
Decise di andare subito ad avvisare tutti coloro che aveva incontrato e l’aveva seguito sulla via della virtù per salvarli.
Cominciò dall’avvisare il suo amico Alcisde, l’armatore del “Que-Bec”, perché preparasse la barca ad imbarcare tutti quelli che Gabriele avrebbe portato, al fine di salvarli.
Percorse tutte le strade di Oanilonia, dicendo a tutti quelli che conosceva di andare al porto e di imbracarsi sul “Que-Bec”, raccomandandosi di non portare niente che potesse appesantire la braca. Quando tornò al porto accompagnato da quattro orfani, vide Leviatano che, con gli occhi folli di furia e collera, lanciava un’enorme trave sulla barca, che cadendo sulla sua vela lo rese prigioniero della città. Mentre una risata tonante da folle usciva dalla gola di Leviatano, Gabriele, ascoltando solo la sua fede, saltò sul ponte per aiutare a liberare il “Que-Bec”. La trave era molta alta e Gabriele, che era molto forte, propose di fare del suo corpo una scala. Prese un asse, che teneva tra le mani e disse ad uno dei marinai: “Sali sul mio corpo, mi puoi usare come una scala”. Questi riuscì così ad arrampicarsi sino alla trave e liberare la barca. Tutti allora gridarono: “Viva Gabriele che fece del suo corpo una scala, viva il “Que-Bec” libero!”.


Dopo di che recitarono insieme, a cori alterni, il salmo:

Questo giorno è un giorno totalmente nuovo,
*non è mai esistito e non esisterà mai più.
Prendete dunque questo giorno e fatene una scala.
**Per raggiungere le più alte vette.
Non permettete che la fine del giorno
*Vi trovi simili a come eravate all’alba
Perché domani potrebbe essere il giorno in cui sarete giudicati.



E a seguire la preghiera a San Gabriele Arcangelo:

San Gabriele Arcangelo,
angelo della Temperanza,
apri le nostre orecchie
ai dolci avvertimenti
e agli appelli pressanti dell’Altissimo.
Tieniti sempre davanti a noi,
ti scongiuriamo,
affinché comprendiamo bene
la parola di Dio,
affinché lo seguiamo,
affinché gli obbediamo
e adempiamo a ciò che vuole da noi.
Aiutaci a restare svegli,
affinché, quando arriverà,
il Signore non ci trovi addormentati.




Infine, terminarono la recita dell'Angelus con l' invocazione finale a San Gabriele Arcangelo:


Gabriele, Arcangelo della Temperanza,

*difendici da Leviatano, demone dell'Ira


Finita la recita comunitaria dell'Angelus, insieme all'Abate e ai confratelli, lasciò la cappella dirigendosi verso il refettorio per il pranzo.
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L'Angelus (prima settimana del mese) - Pagina 22 Empty Re: L'Angelus (prima settimana del mese)

Messaggio  Jalisse Lun Feb 05, 2018 11:23 am

Al suono della campana di mezzodì, Madre Jalisse, lasciate le proprie occupazioni, raggiunse la cappella per recitare, insieme all'Abate e ai confratelli, l'Angelus del LUNEDI'

aprendo la preghiera comunitaria con l'introduzione:


"Angelus Domini hominem *protexit in Oanilonia.
Gli umani si erano abbandonati al peccato a tal punto * che Dio aveva deciso di punirli,
tuttavia, sette umani avevano capito * l’errore che avevano commesso.
Ma Dio vide che i sette puri avevano dimostrato che gli umani erano capaci di pentimento e umiltà.
*Li innalzò al sole ed essi furono benedetti da un’eternità di felicità in Paradiso.."



Innalzarono quindi l' Invocazione a San Gabriele, Arcangelo della Temperanza:
Gabriele, Arcangelo della Temperanza, *difendici da Leviatano, demone dell'Ira.


Lesse quindi la lettura propria del giorno:


Gabriele capì immediatamente che l’ora della caduta di Oanilonia era arrivata.
Decise di andare subito ad avvisare tutti coloro che aveva incontrato e l’aveva seguito sulla via della virtù per salvarli.
Cominciò dall’avvisare il suo amico Alcisde, l’armatore del “Que-Bec”, perché preparasse la barca ad imbarcare tutti quelli che Gabriele avrebbe portato, al fine di salvarli.
Percorse tutte le strade di Oanilonia, dicendo a tutti quelli che conosceva di andare al porto e di imbracarsi sul “Que-Bec”, raccomandandosi di non portare niente che potesse appesantire la braca. Quando tornò al porto accompagnato da quattro orfani, vide Leviatano che, con gli occhi folli di furia e collera, lanciava un’enorme trave sulla barca, che cadendo sulla sua vela lo rese prigioniero della città. Mentre una risata tonante da folle usciva dalla gola di Leviatano, Gabriele, ascoltando solo la sua fede, saltò sul ponte per aiutare a liberare il “Que-Bec”. La trave era molta alta e Gabriele, che era molto forte, propose di fare del suo corpo una scala. Prese un asse, che teneva tra le mani e disse ad uno dei marinai: “Sali sul mio corpo, mi puoi usare come una scala”. Questi riuscì così ad arrampicarsi sino alla trave e liberare la barca. Tutti allora gridarono: “Viva Gabriele che fece del suo corpo una scala, viva il “Que-Bec” libero!”.


Dopo di che recitarono insieme, a cori alterni, il salmo:

Questo giorno è un giorno totalmente nuovo,
*non è mai esistito e non esisterà mai più.
Prendete dunque questo giorno e fatene una scala.
**Per raggiungere le più alte vette.
Non permettete che la fine del giorno
*Vi trovi simili a come eravate all’alba
Perché domani potrebbe essere il giorno in cui sarete giudicati.



E a seguire la preghiera a San Gabriele Arcangelo:

San Gabriele Arcangelo,
angelo della Temperanza,
apri le nostre orecchie
ai dolci avvertimenti
e agli appelli pressanti dell’Altissimo.
Tieniti sempre davanti a noi,
ti scongiuriamo,
affinché comprendiamo bene
la parola di Dio,
affinché lo seguiamo,
affinché gli obbediamo
e adempiamo a ciò che vuole da noi.
Aiutaci a restare svegli,
affinché, quando arriverà,
il Signore non ci trovi addormentati.




Infine, terminarono la recita dell'Angelus con l' invocazione finale a San Gabriele Arcangelo:


Gabriele, Arcangelo della Temperanza,

*difendici da Leviatano, demone dell'Ira


Finita la recita comunitaria dell'Angelus, insieme all'Abate e ai confratelli, lasciò la cappella dirigendosi verso il refettorio per il pranzo.
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Messaggio  Pamelita Mar Feb 06, 2018 6:26 am

Al suono della campana di mezzodì, Madre Pamela, lasciate le proprie occupazioni, raggiunse la cappella per recitare, insieme all'Abate e ai confratelli, l'Angelus

aprendo la preghiera comunitaria con l'introduzione:


"Angelus Domini hominem *protexit in Oanilonia.
Gli umani si erano abbandonati al peccato a tal punto * che Dio aveva deciso di punirli,
tuttavia, sette umani avevano capito * l’errore che avevano commesso.
Ma Dio vide che i sette puri avevano dimostrato che gli umani erano capaci di pentimento e umiltà.
*Li innalzò al sole ed essi furono benedetti da un’eternità di felicità in Paradiso.."



Innalzarono quindi l' Invocazione a San Gabriele, Arcangelo della Temperanza:
Gabriele, Arcangelo della Temperanza, *difendici da Leviatano, demone dell'Ira.


Lesse quindi la lettura propria del giorno:


Gabriele capì immediatamente che l’ora della caduta di Oanilonia era arrivata.
Decise di andare subito ad avvisare tutti coloro che aveva incontrato e l’aveva seguito sulla via della virtù per salvarli.
Cominciò dall’avvisare il suo amico Alcisde, l’armatore del “Que-Bec”, perché preparasse la barca ad imbarcare tutti quelli che Gabriele avrebbe portato, al fine di salvarli.
Percorse tutte le strade di Oanilonia, dicendo a tutti quelli che conosceva di andare al porto e di imbracarsi sul “Que-Bec”, raccomandandosi di non portare niente che potesse appesantire la braca. Quando tornò al porto accompagnato da quattro orfani, vide Leviatano che, con gli occhi folli di furia e collera, lanciava un’enorme trave sulla barca, che cadendo sulla sua vela lo rese prigioniero della città. Mentre una risata tonante da folle usciva dalla gola di Leviatano, Gabriele, ascoltando solo la sua fede, saltò sul ponte per aiutare a liberare il “Que-Bec”. La trave era molta alta e Gabriele, che era molto forte, propose di fare del suo corpo una scala. Prese un asse, che teneva tra le mani e disse ad uno dei marinai: “Sali sul mio corpo, mi puoi usare come una scala”. Questi riuscì così ad arrampicarsi sino alla trave e liberare la barca. Tutti allora gridarono: “Viva Gabriele che fece del suo corpo una scala, viva il “Que-Bec” libero!”.


Dopo di che recitarono insieme, a cori alterni, il salmo:

Questo giorno è un giorno totalmente nuovo,
*non è mai esistito e non esisterà mai più.
Prendete dunque questo giorno e fatene una scala.
**Per raggiungere le più alte vette.
Non permettete che la fine del giorno
*Vi trovi simili a come eravate all’alba
Perché domani potrebbe essere il giorno in cui sarete giudicati.



E a seguire la preghiera a San Gabriele Arcangelo:

San Gabriele Arcangelo,
angelo della Temperanza,
apri le nostre orecchie
ai dolci avvertimenti
e agli appelli pressanti dell’Altissimo.
Tieniti sempre davanti a noi,
ti scongiuriamo,
affinché comprendiamo bene
la parola di Dio,
affinché lo seguiamo,
affinché gli obbediamo
e adempiamo a ciò che vuole da noi.
Aiutaci a restare svegli,
affinché, quando arriverà,
il Signore non ci trovi addormentati.




Infine, terminarono la recita dell'Angelus con l' invocazione finale a San Gabriele Arcangelo:


Gabriele, Arcangelo della Temperanza,

*difendici da Leviatano, demone dell'Ira


Finita la recita comunitaria dell'Angelus, insieme all'Abate e ai confratelli, lasciò la cappella dirigendosi verso il refettorio per il pranzo.
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Messaggio  Jalisse Mar Feb 06, 2018 12:55 pm

Angelus del MARTEDI'

iniziò con l'introduzione:


"Angelus Domini hominem *protexit in Oanilonia.
Gli umani si erano abbandonati al peccato a tal punto * che Dio aveva deciso di punirli,
tuttavia, sette umani avevano capito * l’errore che avevano commesso.
Ma Dio vide che i sette puri avevano dimostrato che gli umani erano capaci di pentimento e umiltà.
*Li innalzò al sole ed essi furono benedetti da un’eternità di felicità in Paradiso.."



Innalzarono quindi l' Invocazione a San Gabriele, Arcangelo della Temperanza:
Gabriele, Arcangelo della Temperanza, *difendici da Leviatano, demone dell'Ira.


Lesse quindi la lettura propria del giorno:


Gabriele capì immediatamente che l’ora della caduta di Oanilonia era arrivata.
Decise di andare subito ad avvisare tutti coloro che aveva incontrato e l’aveva seguito sulla via della virtù per salvarli.
Cominciò dall’avvisare il suo amico Alcisde, l’armatore del “Que-Bec”, perché preparasse la barca ad imbarcare tutti quelli che Gabriele avrebbe portato, al fine di salvarli.
Percorse tutte le strade di Oanilonia, dicendo a tutti quelli che conosceva di andare al porto e di imbracarsi sul “Que-Bec”, raccomandandosi di non portare niente che potesse appesantire la braca. Quando tornò al porto accompagnato da quattro orfani, vide Leviatano che, con gli occhi folli di furia e collera, lanciava un’enorme trave sulla barca, che cadendo sulla sua vela lo rese prigioniero della città. Mentre una risata tonante da folle usciva dalla gola di Leviatano, Gabriele, ascoltando solo la sua fede, saltò sul ponte per aiutare a liberare il “Que-Bec”. La trave era molta alta e Gabriele, che era molto forte, propose di fare del suo corpo una scala. Prese un asse, che teneva tra le mani e disse ad uno dei marinai: “Sali sul mio corpo, mi puoi usare come una scala”. Questi riuscì così ad arrampicarsi sino alla trave e liberare la barca. Tutti allora gridarono: “Viva Gabriele che fece del suo corpo una scala, viva il “Que-Bec” libero!”.


Dopo di che recitarono insieme, a cori alterni, il salmo:

Questo giorno è un giorno totalmente nuovo,
*non è mai esistito e non esisterà mai più.
Prendete dunque questo giorno e fatene una scala.
**Per raggiungere le più alte vette.
Non permettete che la fine del giorno
*Vi trovi simili a come eravate all’alba
Perché domani potrebbe essere il giorno in cui sarete giudicati.



E a seguire la preghiera a San Gabriele Arcangelo:

San Gabriele Arcangelo,
angelo della Temperanza,
apri le nostre orecchie
ai dolci avvertimenti
e agli appelli pressanti dell’Altissimo.
Tieniti sempre davanti a noi,
ti scongiuriamo,
affinché comprendiamo bene
la parola di Dio,
affinché lo seguiamo,
affinché gli obbediamo
e adempiamo a ciò che vuole da noi.
Aiutaci a restare svegli,
affinché, quando arriverà,
il Signore non ci trovi addormentati.




Infine, terminarono la recita dell'Angelus con l' invocazione finale a San Gabriele Arcangelo:


Gabriele, Arcangelo della Temperanza,

*difendici da Leviatano, demone dell'Ira


Finita la recita comunitaria dell'Angelus, insieme all'Abate e ai confratelli, lasciò la cappella dirigendosi verso il refettorio per il pranzo.
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Messaggio  Pamelita Mer Feb 07, 2018 6:26 am

Il sole stava spuntando  e Madre Pamelita si attardò lungo il chiostro a guardando Fiocco che correva felice nel prato del giardino interno, lasciò sfogare la sue esuberanza e alla fine abbassatasi lui le si infilò nella capiente tasca.Lei con il Messale in mano, si recò alla cappella e si  unì ai confratelli e all'Abate per recitare le Lodi mattutine.

Aprì la preghiera comunitaria con la lettura dell'introduzione:


"La luce del sole dissiperà allora i nostri timori, i nostri dubbi,
le nostre angosce, le nostre domande,
i nostri odi ed i nostri dispiaceri.
Il suo calore ci toglierà dal disagio e dal freddo
."



Quindi intonarono insieme, a cori alterni, il Cantico all'Altissimo:

Rendete grazie all'Altissimo

in Lui sono state create tutte le cose, in cielo e in terra.


*Poichè il motore del mondo ha dissipato il nulla,
ci ha fatto destinatari della sua Santa Parola,
*e ci ha prescelti per essere suoi figli.

Il popolo di Oanilonia cedette alla follia,
*e tutti rinnegarono l'amore fraterno,
empi, fino a morire per l'accidia.
*Accanto al senza nome furono maledetti.

Allora la Sua collera giunse e offrì loro
*attraverso il perdono, la via della salvezza
risparmiando i Giusti nella beatitudine solare
*gettando i corrotti nella luna, come prigionieri.

Ma il Suo Amore si estende di regno in regno,
*Dio ha saputo risvegliare le nostre anime nelle nostre armature
come ci aveva promesso fin dai tempi antichi
*attraverso il profeta, per bocca dei santi

Ha disperso le tenebre sotto Oanilonia
*ha rovesciato i potenti dai loro superbi troni
ha spiegato la potenza del suo braccio
*ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato gli empi ricchi a mani vuote.
*Ha soccorso con la virtù, la cui forza impavida
di fronte ai popoli canta che si benedica
*Aristotele il saggio, che fu nostro Profeta,
Luce che ci ha rivelato con il pensiero perfetto,
*e che al nome di Christos tutte le ginocchia si pieghino.



Seguì la recita, sempre a cori alterni, del salmo della creazione:


In principio non vi era altro che Dio.
*Non vi era nè materia,
né energia, né movimento.
*Ma Dio è più alto di tutto,
Lui non ha un inizio o una fine.
*Lui è l'Infinito e l'Eterno.
Lui è Perfezione che niente può impedire,
*su cui nulla può agire o interferire.
Tutto è possibile per Lui
*e tutto ciò che esiste deve a Lui la sua esistenza.
Dio è la materia prima da cui tutto è stato creato.
*Tutto ciò che esiste, appartenevano a Lui sin dall'inizio.
Lui è l'Altissimo, sa tutto, è onnipresente, è onnipotente.
*Dio pensò ed un piccolo punto apparve
e dissipò il Nulla.
*Lo chiamò “Universo” e lo esplose in una miriade di stelle
Creò i quattro elementi.
*La terra fu così posta nel centro.
Fu coperta dall'acqua
*che venne coperta dall'aria.
Il fuoco, coprì il tutto.
*Ma in principio non vi era altro che Dio.



Dopo di che innalzarono le preghiere a Dio Padre:

Dio nostro Padre, creatore del cielo e della terra e che tutto hai posto sotto i nostri piedi: i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ci affidiamo a Te supplicandoTi di renderci consapevoli dei benefici della Tua creazione che hai posto a nostro servizio.

*Santo Aristotele, intercedi per noi.

Oh Altissimo, fa’ che ciascuno di noi senta la dignità e la responsabilità dell’essere, con Te, re e custode del creato e mai tiranno che spadroneggia sui beni che ci hai affidati. Sia il luogo dove, attraverso la carità e la convivialità, possiamo anticipare la Giustizia e la Gioia che regna nel Tuo paradiso solare.

Santo Aristotele intercedi per noi.



Terminarono la recita delle Lodi con l'invocazione finale a Dio Creatore di tutte le cose:

Dio Creatore di tutte le cose, ti affidiamo questa giornata!
Guidaci nelle nostre azioni, i nostri pensieri più profondi,
Tu che sai tutto, purificali perchè siano conformi alla Tua volontà.
Tu sei l'Altissimo, che tutto sai, ma ci lasci liberi del nostro destino,
ispira coloro che si allontanano dalla tua divina parola,
per aiutarci a salvare il mondo.


AMEN



Terminata così la recita delle Lodi mattutine, salutati tutti, andò serenamente incontro a ciò che l'attendeva in quel nuovo giorno.
Pamelita
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Messaggio  Jalisse Mer Feb 07, 2018 9:18 am

Madre Jalisse si recò come sempre nella Chiesa San Benedetto per pregare perle preghiere del MERCOLEDI'

Si unì ai congratelli, e cominciò a recitare con loro:


Iniziò con l'Invocazione:

Michele, Arcangelo della Giustizia, *difendici da Satana, demone dell'Invidia.

Lettura
Quando i suoi amici furono al sicuro, egli restò solo e per sei giorni salvò coloro che potevano essere salvati.
Il settimo giorno c’erano ancora persone da salvare ma nessuna barca. Come per miracolo apparvero altre due imbarcazioni, egli invitò dunque coloro che avevano il cuore puro a salire su queste barche. Sembrava capace di leggere nel cuore della gente se la loro fede era reale e inviava sulla prima barca coloro che giudicava degni e sulla seconda coloro che fuggivano per paura o per salvare le proprie ricchezze. Vedendo le due imbarcazioni piene, si rifiutò di salire, dicendo che Dio aveva una missione per lui e che sentiva di dover restare per salvare altri amici. Arrivata all’uscita della città la prima barca prese senza intoppi il largo, mentre la seconda più pesante per l’oro portato fu bloccata dai fondali bassi.

Continuò poi con il Salmo:

Se il tuo occhio destro ti porta verso ciò che non ti è destinato
*strappalo e brucialo,
perché è meglio che una parte di te muoia
*piuttosto che attiri su di te la collera di Dio.
Sono venuto a portare le parole di speranza di Dio
*verso coloro che non si sono allontanati da lui
perché numerose sono le comunità di fedeli
*che percorrono il mondo in attesa dei profeti
che li riuniranno nell’amore
*e nell’amicizia.

Poi fu il momento della Preghiera:

Signore, imploriamo la tua misericordia,
una misericordia che illuminerà i nostri cuori,
ci farà comprendere i nostri errori,
ci guiderà verso la strada della giustizia
e ci allontanerà dal peccato.
Benedici la Chiesa e tutti i tuoi figli
e fai in modo che l'amicizia
sia la guida che ci conduce, la giustizia lo scopo che perseguiamo e la pace il bene che troviamo.
San Michele Arcangelo,
angelo della Giustizia,
quando siamo prigionieri dell’odio e dell’invidia,
della menzogna e dell’ingiustizia,
aiutaci a tornare sulla via della virtù.

Ed infine il momento dell'Invocazione Finale:

Michele, Arcangelo della Giustizia, *difendici da Satana, demone della Superbia.

Terminato di pregare, Madre Jalisse si recò insieme agli altri, al refettorio per il pranzo.
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Messaggio  Pamelita Gio Feb 08, 2018 5:59 am

Prima di raggiungere il refettorio per consumare insieme, in letizia, il pranzo, insieme ai confratelli raggiunse la Cappella di San Benedetto e aperto il Messale guidò la recita dell'Angelus

Iniziò con l'Introduzione invocando la protezione di Sant'Uriele, Arcangelo della Generosità:


Uriele, Arcangelo della Generosità, *difendici da Belial, demone dell'Invidia.

Proclamò quindi la Lettura del Giovedì:


La creatura senza nome andò poi a parlare all’orecchio di Uriele, ma questi, conoscendo le sue intenzioni, non lo volle ascoltare, perché più si fosse lasciato tentare, più sarebbe stato difficile resistere. Raccogliendosi in preghiera, si mise in ginocchio[...]. Questo giovane era benedetto da Dio, era certo, era stato scelto affinché donasse la sua vita per questo mondo. Davanti a tale forza e benedizione la Creatura senza nome non poteva più niente e, sebbene l’avesse tentato altre volte, non riuscì mai a convincere Uriele, neanche per un momento.

Di seguito, recitarono insieme, a cori alterni, il Salmo:

Solo Dio è sovrano,
*solo Dio è il Signore.
Hai dato dei talenti, alle Tue creature.
*Ciascuna di esse ha il suo posto nella Tua creazione.
Il suo talento permette a ciascuna di esse di trovarlo.
*Siamo tutte egualmente amate da te
e dobbiamo tutti amarti in cambio.
*Poiché, senza Te, non esisteremmo.
Ci hai creati mentre nulla Ti costringeva
*e dobbiamo amarti per ringraziarti di questo.



Recitarono poi tutti insieme la Preghiera all'Altissimo, Padre dell'umanità:

“O Dio altissimo,
padre dell’umanità
e onnipotenza divina,
chiudi le mie orecchie
alle tentazioni
e apri i miei occhi
all’amore senza fine che tu mi dai,
che io possa donare a coloro che devono ricevere,
amare coloro che devono essere amati,
sapendo sempre
che se io non fossi là,
qualcun altro sarebbe là per farlo
perché sei Tu che parli attraverso la mia bocca
e che operi attraverso le mie mani.
Perdona mio fratello e tutti gli altri,
non sanno quello che fanno.”


Chiuse la preghiera di mezzodì con l'Invocazione finale all'Arcangelo della Generosità:

Uriele, Arcangelo della Generosità, *difendici da Belial, demone dell'Invidia.


Terminata così la recita dell'Angelus, si incamminarono insieme, in silenzio e con l'acquolina in bocca, verso il refettorio.
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Messaggio  Jalisse Gio Feb 08, 2018 1:51 pm

A mezzodi', i monaci cistercensi si recavano nella cappella San Benedetto, in quanto accessibile anche ai visitatori esterni e non solo a chi soggiornava in Abbazia, in questo modo chi avesse voluto avrebbe potuto pregare per loro...
con il nuovo messale il salmo e le preghiere erano specifiche a seconda della settimana, Madre Jalisse quindi aprì il messale posizionandosi sul salmo e sulle preghiere specifiche per la prima settimana di ogni mese e in modo particolare  per il giorno di GIOVEDI'.

Iniziò quindi con l'introduzione:

Uriele, Arcangelo della Generosità, *difendici da Belial, demone dell'Invidia.

Poi fu il momento della Lettura

La creatura senza nome andò poi a parlare all’orecchio di Uriele, ma questi, conoscendo le sue intenzioni, non lo volle ascoltare, perché più si fosse lasciato tentare, più sarebbe stato difficile resistere. Raccogliendosi in preghiera, si mise in ginocchio[...]. Questo giovane era benedetto da Dio, era certo, era stato scelto affinché donasse la sua vita per questo mondo. Davanti a tale forza e benedizione la Creatura senza nome non poteva più niente e, sebbene l’avesse tentato altre volte, non riuscì mai a convincere Uriele, neanche per un momento.

Al quale seguì il Salmo

Solo Dio è sovrano,
*solo Dio è il Signore.
Hai dato dei talenti, alle Tue creature.
*Ciascuna di esse ha il suo posto nella Tua creazione.
Il suo talento permette a ciascuna di esse di trovarlo.
*Siamo tutte egualmente amate da te
e dobbiamo tutti amarti in cambio.
*Poiché, senza Te, non esisteremmo.
Ci hai creati mentre nulla Ti costringeva
*e dobbiamo amarti per ringraziarti di questo.


Recitarono poi tutti insieme la Preghiera

“O Dio altissimo,
padre dell’umanità
e onnipotenza divina,
chiudi le mie orecchie
alle tentazioni
e apri i miei occhi
all’amore senza fine che tu mi dai,
che io possa donare a coloro che devono ricevere,
amare coloro che devono essere amati,
sapendo sempre
che se io non fossi là,
qualcun altro sarebbe là per farlo
perché sei Tu che parli attraverso la mia bocca
e che operi attraverso le mie mani.
Perdona mio fratello e tutti gli altri,
non sanno quello che fanno.”


Arrivando all'Invocazione finale

Uriele, Arcangelo della Generosità, *difendici da Belial, demone dell'Invidia.
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